Il titolo è attribuito a Montesquieu. Il mondo è passato da dittature esercitate attraverso la forza del manganello a ditatture esercitate attraverso la . Un modo di far accettare la sudditanza alle persone. Come diceva Constant, le leggi, possono vietare talmente tante cose da rendere nulla la libertà

LA LEGGE VA SEMPRE RISPETTATA, LA LEGISLAZIONE VA LIMITATA E COMBATTUTA
Quante volte volte me lo sono sentito dire. Credo sia il concetto più inaccetabile e sinonimo di rassegnazione e rinuncia a pensare e ad agire.
Non è un caso che la libertà di cui tanti, impropriamente, si fanno paladini sia stata conquistata attraverso la ribellione alla legislazione.
Tutto è possibile quando si accetta supinamente qualsiasi decisione presa dall'alto. E quando è presa dall'alto è semplicemente una legislazione fatta da un parlamento che impone il diritto positivo a tutti come un qualcosa di assoluto e superiore al diritto naturale. É a questo punto che la tirannia è servita. Esiste una grande differenza tra le leggi della natura, i diritti inviolabili e la legislazione.
Bruno leoni nel suo capolavoro "La libertà e la legge" esprime un concetto molto chiaro: la libertà non è solo un concetto economico o politico, ma anche e soprattutto un concetto giuridico, e per questa ragione il pericolo maggiore per la libertà individuale oggi proviene dall’errata ma dominante identificazione del diritto con la legislazione statale.
La legislazione statale è fatta da un gruppo di persone portatori di interessi particolari e personali che non rispondono ad esigenze e interessi generali, ma si preoccupano di risolvere questioni limitate attraverso un'imposizione generale.
L'inflazione legislativa, oltre ad essere un grande limite alla libertà, è il contrario della risoluzioni di problemi reali, anzi li crea e li amplia.
Brecht diceva che quando l'ingiustizia diventa legge, la resistenza deve essere un dovere. Ma un popolo che identifica il diritto con la legislazione statale crede sia giusta qualsiasi legge; e anche quando non la ritiene giusta crede che si debba rispettare. É la frantumazione della libertà, della mente umana, della capacità di pensare, discernere e agire.
Ciò che le persone hanno smesso di comprendere che l'ordinamento giuridico deve essere il frutto di azioni individuali, di regole di convivenza generate dalla continua interazione degli individui all'interno della comunità. Scaturisce dall'individuo. Lasciare che si crei dall'alto e da regole e imposte da poche persone significa consentire a tali persone o autorità di esrcitare un potere che sfocia inevitabilmente in una forma di tirannia e di negazione della libertà individuale.
Gli individui, oggi, si sono abituati a subire qualsiasi normativa creata da questo numero ristretto di persone come qualcosa di ineluttabile, da accettare a prescindere, senza rendersi conto che la legislazione è sempre una costrizione che, nell'indifferenza generale, diventa man mano sempre coercitiva utilizzando il ricatto, la forza e anche la violenza.
Mi spiace, ma la legislazione va combattuta, soprattutto quando è ingiusta e il potere legislativo va sempre limitato. É una questione di libertà.
Nel mio piccolo, la resistenza è un dovere e la disobbedienza civile un obbligo coerente con l'idea di libertà e del suo assunto che si esplicita attraverso il riconoscimento dei diritti inviolabili e della superiorità della legge naturale come definita dai più grandi liberali.
IL DIRITTO ROMANO E IL COMMON LAW HANNO INSEGNATO
come il diritto fosse qualcosa da scoprire piuttosto che da decretare, e che nessuno fosse così potente nella società da essere in posizione di identificare la sua propria volontà con la legge del paese. Il compito di “scoprire” la legge era affidato ai pretori, ai giureconsulti e ai giudici, categorie paragonabili agli esperti scientifici di oggi.
Sempre da Bruno Leoni: «Il giurista romano», spiega Leoni «era una specie di scienziato: gli oggetti della sua ricerca erano le cause che i cittadini sottoponevano al suo studio, proprio come gli industriali oggi potrebbero sottoporre a un fisico o a un ingegnere un problema tecnico dei loro impianti o della loro produzione»
I giudizi sono degli arbitri che devono intervenire valutando la situazione in oggetto, verificando i fatti, quale sia il pensiero comune e come sianostate risolte in passato. Tutto il processo può essere descritto come una specie di collaborazione ampia, continua e per lo più spontanea fra giudici e giudicati allo scopo di scoprire qual è la volontà della gente in una serie di esempi definiti – una collaborazione che può essere paragonata, per molti aspetti, a quella che esiste fra tutti i partecipanti ad un mercato libero.
Rispetto alla legislazione, questo modo di agire, offre una maggior certezza del diritto; ciò che manca totalmente oggi. Ed è semplice il motivo. La prassi del tribunale garantisce una storia consolidata che non può essere cambiata ogni 6 mesi, a seconda degli interessi in campo, da un manipolo di persone. I continui cambiamenti legislativi sono quasi sempre fatti per favorire qualcuno, individui o categorie. Ed è sempre a scapito di qualcun altro.
La ribellione alla legislazione e ai suoi eccessi è un dovere.
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